VIAGGIO VERSO AGARTHA. (Hoshi o ou kodomo - 2011)
(Nuovo titolo italiano: I Bambini che Inseguono le Stelle)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di: Makoto Shinkai
Sceneggiatura di: Makoto Shinkai
Storia di: Makoto Shinkai
Prodotto da: David Del Rio, Noritaka Kawaguchi, Makoto Shinkai
Produzione: Media Factory, CoMix Wave
Animazioni: CoMix Wave
Edizione Italiana: Kazé
USCITA ITALIANA: 1 LUGLIO 2012
NUOVA EDIZIONE: Giugno 2019 (Dynit)
L'incursione nel mondo fantasy per Shinkai è una novità, lontano dagli ambienti estremamente personali e intimisti spesso il suo piatto forte. Ottimi invece i suoi disegni e i suoi colori, che si prestano perfettamente a rappresentare il fantastico mondo che la sua mente ha creato.
Protagonista della storia è Asuna, una giovane studentessa che si occupa di se stessa e anche di tutte le faccende di casa in assenza di sua madre, un'infermiera spesso via per lunghi turni in ospedale. Ai margini del suo villaggio la giovane si estranea in mezzo al bosco in un luogo tutto suo per ascoltare una vecchia radio regalatagli dal padre prima di morire. Qui un giorno si scontra con Shun, uno strano giovane che la salva da un pericoloso animale simile ad un orso. Lui gli rivelerà di essere originario di Agartha, una mitica città nascosta nel sottosuolo. Un mondo in cui la giovane si ritroverà a vagare dopo esser stata travolta da numerosi eventi.
Il giovane e talentuoso artista giapponese cerca di includere tra il suo pubblico tutti gli estimatori di storie fantastiche intrise di magie, miti e leggende. Come molti maestri del genere prima di lui, cerca di calcare le stesse orme presentando, per esempio, giovani protagonisti, di cui la principale femminile, divinità legate alla natura e civiltà i cui cavalieri vestono dei lunghi mantelli decorati (se pensate a Miyazaki non vi sbagliate molto). Una storia articolata ma ben scritta e non troppo ottimista, con un limitato numero di dialoghi così come di personaggi, rispetto alle location, invece molto numerose.
Una storia che si svolge prevalentemente in esterno, cosa che esalta i disegni di Shinkai, maestro nelle ampie vedute a tema naturale con sconfinati cieli multicolori. Artista che non si stanca mai di includere nelle sue opere un gran numero di scene sullo sfondo di tramonti o albe, con evidenti riflessi lenticolari in primo piano. Comunque il comparto visivo è quello che trascina tutta la produzione, il cui dettaglio è come sempre altissimo, con un alto numero di ambienti, tutti molto particolareggiati, anche se utilizzati per pochissimi secondi.
Il prodotto finale si presenta di buona fattura ma molto lungo, vicino alle due ore, causa una storia molto articolata, forse leggermente troppo. Una storia che affascina lo spettatore nell'attesa della scoperta di tutti gli elementi e degli ambienti fantastici, ma con un finale forse senza quel picco tanto atteso, anzi, più che altro con una risoluzione atta a far tornare tutto com'era prima. Ma l'elemento più negativo della versione arrivata al pubblico italiano è comunque il doppiaggio. Il distributore francese si rivolge a service e doppiatori non professionisti, con un risultato veramente pessimo, capace di disturbare l'intera visione.
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(Hoshi o ou kodomo - 2011)
(Nuovo titolo italiano: I Bambini che Inseguono le Stelle)
(lungometraggio d'animazione)
Regia di:
Makoto Shinkai
Sceneggiatura di:
Makoto Shinkai
Storia di:
Makoto Shinkai
Prodotto da:
David Del Rio, Noritaka Kawaguchi, Makoto Shinkai
Produzione:
Media Factory, CoMix Wave
Animazioni:
CoMix Wave
Edizione Italiana:
Kazé
USCITA ITALIANA: 1 LUGLIO 2012
NUOVA EDIZIONE: Giugno 2019 (
Dynit)
L'incursione nel mondo fantasy per Shinkai è una novità, lontano dagli ambienti estremamente personali e intimisti spesso il suo piatto forte. Ottimi invece i suoi disegni e i suoi colori, che si prestano perfettamente a rappresentare il fantastico mondo che la sua mente ha creato.
Protagonista della storia è Asuna, una giovane studentessa che si occupa di se stessa e anche di tutte le faccende di casa in assenza di sua madre, un'infermiera spesso via per lunghi turni in ospedale. Ai margini del suo villaggio la giovane si estranea in mezzo al bosco in un luogo tutto suo per ascoltare una vecchia radio regalatagli dal padre prima di morire. Qui un giorno si scontra con Shun, uno strano giovane che la salva da un pericoloso animale simile ad un orso. Lui gli rivelerà di essere originario di Agartha, una mitica città nascosta nel sottosuolo. Un mondo in cui la giovane si ritroverà a vagare dopo esser stata travolta da numerosi eventi.
Il giovane e talentuoso artista giapponese cerca di includere tra il suo pubblico tutti gli estimatori di storie fantastiche intrise di magie, miti e leggende. Come molti maestri del genere prima di lui, cerca di calcare le stesse orme presentando, per esempio, giovani protagonisti, di cui la principale femminile, divinità legate alla natura e civiltà i cui cavalieri vestono dei lunghi mantelli decorati (se pensate a Miyazaki non vi sbagliate molto). Una storia articolata ma ben scritta e non troppo ottimista, con un limitato numero di dialoghi così come di personaggi, rispetto alle location, invece molto numerose.
Una storia che si svolge prevalentemente in esterno, cosa che esalta i disegni di Shinkai, maestro nelle ampie vedute a tema naturale con sconfinati cieli multicolori. Artista che non si stanca mai di includere nelle sue opere un gran numero di scene sullo sfondo di tramonti o albe, con evidenti riflessi lenticolari in primo piano. Comunque il comparto visivo è quello che trascina tutta la produzione, il cui dettaglio è come sempre altissimo, con un alto numero di ambienti, tutti molto particolareggiati, anche se utilizzati per pochissimi secondi.
Il prodotto finale si presenta di buona fattura ma molto lungo, vicino alle due ore, causa una storia molto articolata, forse leggermente troppo. Una storia che affascina lo spettatore nell'attesa della scoperta di tutti gli elementi e degli ambienti fantastici, ma con un finale forse senza quel picco tanto atteso, anzi, più che altro con una risoluzione atta a far tornare tutto com'era prima. Ma l'elemento più negativo della versione arrivata al pubblico italiano è comunque il doppiaggio. Il distributore francese si rivolge a service e doppiatori non professionisti, con un risultato veramente pessimo, capace di disturbare l'intera visione.